venerdì 21 ottobre 2016

step 08 - Testa di moro nella saggezza popolare

Alla ricerca del colore oggetto della mia indagine nei proverbi e nelle tradizioni popolari ho trovato due riscontri, rispettivamente nella lingua spagnola e in quella (derivata) italiana:


1) El oro y el moro

Italiano: Volere la botte piena e la moglie ubriaca (letteralmente: l'oro e il moro).

Si tratta di una espressione diffusa nel linguaggio colloquiale ed in generale si utilizza per determinare il prezzo di una cosa o una persona.

L'origine del detto risale ad un fatto avvenuto ai tempi della Riconquista che ha per protagonisti alcuni cavalieri della città di Jerez de la Frontera.
Accadde che durante una fortunata incursione questi cavalieri catturarono cinquanta mori appartenenti alla nobiltà, tra cui vi era anche Abdallah, il sindaco della città di Ronda e uno dei suoi nipoti, Hamet.
Il sindaco ottenne subito la libertà, pagando una grande somma di denaro, ma non fu così anche per gli altri e nemmeno per il nipote Hamet-, nonostante le pressanti richieste del re Juan II de Castilla.
I cavalieri e in particolar modo la moglie di uno di loro, chiedevano con insistenza il pagamento di cento dobles (la moneta d'oro allora in vigore) per la liberazione del prigioniero
Il re, allora, ordinò che Hamet venisse portato alla corte, ma a causa della questione tra il sovrano ed i cavalieri per il pagamento del riscatto, il popolo non tardò a coniare la frase "quedarse con el oro y el moro" riferita alla finta intenzione del re di condurre il negoziato..

Con il tempo questo detto si utilizzò per indicare chi pretende molto più di ciò che le corrisponde di diritto, ed è così che viene utilizzata ancora oggi.



2) Mejo essa mòro che noce


Il riferimento è al gelso, dal latino cèlsus, alto, ma il cui nome scientifico è morus, che in latino è femminile e può essere alba o nigra, ossia bianco o nero. Il suo frutto, la mora, è diventato femminile da un maschile latino mòrum, con uno scambio di generi... sui generis: la pianta che era femminile è diventata maschile e il frutto che era maschile è diventato femminile.

Le more si colgono con le mani, e quelle più basse possono essere brucate direttamente sulla fratta da pecore e capre. Sono morbide e si possono staccare facilmente dalla pianta, mentre le noci devono essere battute, ossia fatte cadere dai rami colpendole con delle pertiche, e poi sgusciate dal mallo e liberate del guscio. La mora è subito a portata... di bocca, mentre la noce deve essere “espugnata” con la forza. E se quella è la fine che si deve fare - ossia esse-re mangiati - tanto vale che ciò avvenga in maniera soft piuttosto che in modo cruento. Anche a volerlo riferire alla pianta, il significato non varia: se proprio si deve essere spogliati di tutto, è meglio che ciò avvenga delicatamente piuttosto che con la forza.
E’ questo il senso figurato presente nel detto: è una ammissione di debolezza e una sorta di accettazione del destino di perdenti, con una scelta consapevole del male minore.


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